Un cambiamento atteso e necessario, che apre nuove prospettive a oltre 7.700 municipalità italiane e semplifica l’accesso a uno strumento fondamentale per la diffusione dell’energia condivisa, sostenibile e partecipata.

Il 26 giugno 2025 è entrato ufficialmente in vigore il DM 16 maggio 2025, che estende l’accesso al contributo a fondo perduto del 40% dal PNRR per la realizzazione di impianti associati alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) anche ai Comuni fino a 50.000 abitanti.

CER e PNRR: novità e opportunità dal decreto 16 maggio 2025 per i Comuni fino a 50mila abitanti

Il panorama delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Italia sta vivendo un’importante evoluzione grazie all’entrata in vigore ieri, 26 giugno 2025, del decreto ministeriale n. 127 del 16 maggio 2025. Questa misura, pubblicata sul sito ufficiale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), rappresenta una svolta per la transizione energetica nel nostro Paese, ampliando sensibilmente la platea dei beneficiari del contributo a fondo perduto previsto dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Con l’obiettivo di accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, il provvedimento introduce semplificazioni significative e, soprattutto, estende l’accesso agli incentivi anche ai Comuni con popolazione fino a 50.000 abitanti. In questo articolo analizzeremo in dettaglio cosa cambia, quali sono i vantaggi concreti per cittadini, imprese ed enti locali, e cosa aspettarsi dai prossimi mesi.


Un quadro più inclusivo per lo sviluppo delle CER

La principale novità introdotta dal DM 16 maggio 2025 riguarda l’aumento della soglia demografica per i Comuni che possono beneficiare degli incentivi dedicati alle Comunità Energetiche. Se in precedenza il limite era fissato a 5.000 abitanti, con questa nuova norma si passa a 50.000 residenti, coinvolgendo così oltre 7.700 Comuni italiani, contro i circa 5.500 precedentemente eleggibili.

Questo ampliamento ha un impatto strategico: molti più territori potranno promuovere la produzione e l’autoconsumo collettivo di energia da fonti rinnovabili, attraverso progetti condivisi tra cittadini, aziende, enti pubblici e associazioni. L’obiettivo non è solo ambientale, ma anche sociale ed economico: abbattere i costi dell’energia, favorire l’indipendenza energetica locale e stimolare l’economia circolare.


Effetto retroattivo e aggiornamento delle regole GSE

Uno degli aspetti più rilevanti del decreto è la retroattività della misura: il nuovo regolamento si applica anche a tutti i progetti già presentati prima dell’entrata in vigore. Questo significa che chi ha già avviato una Comunità Energetica in un Comune ora ricompreso nei nuovi parametri potrà accedere ai contributi PNRR in modo retroattivo.

Inoltre, entro cinque giorni dall’entrata in vigore del decreto, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sarà tenuto ad aggiornare le proprie regole operative, adattandole alle nuove disposizioni. Si tratta di un passaggio cruciale per garantire chiarezza, trasparenza e velocità nell’accesso agli incentivi.


Contributi potenziati: anticipo fino al 30% e cumulo più vantaggioso

Un’altra modifica molto attesa riguarda la possibilità di ricevere un anticipo più consistente sul contributo. Fino ad oggi, i beneficiari potevano ottenere un anticipo pari al 10% dell’incentivo complessivo. Con il DM 127/2025, l’anticipo sale al 30%, offrendo una boccata d’ossigeno soprattutto per quei soggetti che devono sostenere importanti investimenti iniziali per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Altro punto chiave è il cumulo degli incentivi. In passato, i contributi in conto capitale potevano ridurre le tariffe incentivanti per i soci delle CER, in particolare per le persone fisiche. Oggi, grazie alla nuova norma, questa penalizzazione viene rimossa, permettendo alle persone fisiche di ottenere sia gli incentivi PNRR che le tariffe incentivanti senza subire riduzioni. Questo rende le CER molto più attrattive anche per i cittadini privati.


Tempistiche più flessibili per completamento e attivazione degli impianti

Il decreto interviene anche sui tempi di realizzazione e messa in esercizio degli impianti legati alle CER. È previsto che:

  • I lavori per la realizzazione degli impianti debbano essere completati entro il 30 giugno 2026;
  • L’entrata in esercizio effettiva degli impianti possa avvenire entro il 31 dicembre 2027.

Questa flessibilità consente ai promotori dei progetti di organizzare al meglio le fasi di cantiere, progettazione, connessione alla rete e collaudo, evitando corse contro il tempo e favorendo una maggiore qualità nella realizzazione degli impianti.


Verso una nuova proroga: sportello PNRR aperto fino ad aprile 2026?

Parallelamente all’entrata in vigore del decreto, il MASE sta lavorando a una nuova estensione temporale dell’incentivo. Dopo aver già prorogato la scadenza per la presentazione delle domande al 30 novembre 2025, si ipotizza ora di mantenere aperto lo sportello fino ad aprile 2026. La decisione finale è attesa non prima di settembre 2025, ma secondo quanto trapela da fonti ministeriali, l’intenzione è quella di utilizzare quanto più possibile le risorse disponibili nel PNRR.

In questo scenario, anche le scadenze per la realizzazione e l’entrata in esercizio degli impianti verrebbero posticipate. L’ipotesi in discussione prevede che:

  • Gli impianti possano essere completati entro il 30 giugno 2026;
  • L’attivazione possa avvenire entro 24 mesi, quindi fino al 30 giugno 2028.

Una prospettiva che potrebbe rassicurare molti operatori e Comuni, soprattutto quelli che stanno avviando ora la progettazione delle loro Comunità Energetiche.


PNRR e CER: un’occasione per la transizione energetica locale

Le Comunità Energetiche rappresentano una delle leve strategiche del PNRR per la decarbonizzazione e l’autonomia energetica. Con gli aggiornamenti introdotti dal decreto 16 maggio 2025, questa opportunità diventa più concreta per migliaia di Comuni italiani.

I vantaggi sono molteplici:

  • Produzione locale di energia da fonti rinnovabili (in particolare fotovoltaico);
  • Riduzione della spesa energetica per famiglie, PMI e pubbliche amministrazioni;
  • Crescita dell’occupazione locale in ambito energetico e impiantistico;
  • Maggiore resilienza delle reti elettriche grazie all’autoconsumo collettivo;
  • Sviluppo di un nuovo modello partecipato e democratico di gestione dell’energia.

Con una buona pianificazione e l’attivazione delle sinergie giuste tra pubblico e privato, le CER possono diventare il cuore pulsante della transizione ecologica nei territori.


Cosa possono fare ora Comuni e cittadini interessati

Alla luce del nuovo decreto e delle potenziali proroghe in arrivo, ecco cosa è consigliabile fare:

  1. Verificare l’idoneità del proprio Comune alla nuova soglia dei 50.000 abitanti;
  2. Attivare percorsi informativi e partecipativi per coinvolgere cittadini, imprese locali e terzo settore nella costituzione di CER;
  3. Consultare il GSE per avere aggiornamenti sulle regole operative e sulle modalità di presentazione delle richieste di incentivo;
  4. Valutare con tecnici ed esperti la fattibilità degli impianti fotovoltaici e delle configurazioni di autoconsumo;
  5. Agire con tempestività, poiché le risorse del PNRR, seppure importanti, non sono illimitate e l’interesse verso le CER è in forte crescita.

Il decreto del 16 maggio 2025, entrato in vigore il 26 giugno, rappresenta un passo decisivo per l’espansione delle Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia. Con l’estensione ai Comuni fino a 50mila abitanti, l’aumento dell’anticipo sul contributo, il superamento delle penalizzazioni per le persone fisiche e la possibilità di una proroga fino ad aprile 2026, si pongono le basi per un vero salto di qualità nel modo in cui l’energia viene prodotta e condivisa sul territorio.

Il momento è propizio per agire. Le CER non sono più una visione utopica, ma una concreta leva di sviluppo sostenibile, economico e partecipativo per le comunità locali. E con il sostegno del PNRR, oggi più che mai, questa rivoluzione energetica è alla portata di tutti.

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PNRR per la Comunità Energetiche, in vigore l'ampliamento ai comuni fino a 50.000 abitanti

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