Transizione 5.0: Incentivi per la competitività delle Imprese Italiane

Transizione 5.0: Incentivi per la competitività delle Imprese Italiane

Scopri come cogliere le opportunità offerte dal Piano Transizione 5.0 per la trasformazione digitale ed energetica della tua azienda.

L’Italia sta vivendo un momento di grande trasformazione, spinta dalla necessità di coniugare sviluppo economico, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. In questo contesto, la Transizione 5.0 emerge come un modello di sviluppo innovativo che, integrando le nuove tecnologie con i principi dell’economia circolare e della responsabilità sociale, si propone di guidare le imprese verso un futuro più competitivo e sostenibile.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con la Missione 4 “Istruzione e Ricerca” e la Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, ha allocato risorse significative per supportare la Transizione 5.0, offrendo alle imprese italiane un’opportunità unica per modernizzare i propri processi produttivi, ridurre l’impatto ambientale e migliorare la propria competitività sul mercato globale.

Questo articolo si propone di fornire una guida completa alla Transizione 5.0, approfondendo i seguenti aspetti:

  • Cos’è la Transizione 5.0 e quali sono i suoi obiettivi?
  • Il ruolo del PNRR e gli incentivi per le imprese.
  • Come accedere al credito d’imposta Transizione 5.0.
  • Quali investimenti sono ammessi?
  • Esempi concreti di Transizione 5.0 in diversi settori.
  • Le sfide e le opportunità per le imprese italiane.

Cos’è la Transizione 5.0?

La Transizione 5.0, nota anche come “Società 5.0”, è un concetto nato in Giappone che va oltre la semplice digitalizzazione dell’Industria 4.0. Si tratta di un nuovo modello di società in cui l’innovazione tecnologica, guidata dall’intelligenza artificiale, dall’Internet delle cose e dalla robotica, è al servizio del benessere umano e della sostenibilità ambientale.

L’obiettivo principale della Transizione 5.0 è creare una società “human-centered”, in cui la tecnologia sia utilizzata per risolvere le sfide sociali e ambientali più urgenti, come l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento climatico e la disuguaglianza sociale.

In questo contesto, le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo chiave, adottando un approccio olistico che integri innovazione, sostenibilità e inclusione in tutte le fasi del processo produttivo.

Il Ruolo del PNRR e gli Incentivi per le Imprese

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’occasione imperdibile per l’Italia per accelerare la Transizione 5.0. Attraverso la Missione 4 “Istruzione e Ricerca” e la Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, il PNRR stanzia risorse per:

  • Promuovere la ricerca e l’innovazione: finanziando progetti di ricerca e sviluppo in tecnologie chiave per la Transizione 5.0, come l’intelligenza artificiale, la robotica e la cybersecurity.
  • Sostenere la digitalizzazione delle imprese: incentivando l’adozione di tecnologie digitali avanzate, come l’IoT, il cloud computing e la blockchain.
  • Favorire la transizione energetica: promuovendo l’efficienza energetica, l’utilizzo di fonti rinnovabili e la mobilità sostenibile.
  • Sviluppare le competenze digitali: investendo nella formazione e nell’aggiornamento delle competenze dei lavoratori, per prepararli alle sfide della Transizione 5.0.

Tra gli incentivi previsti dal PNRR per le imprese che investono nella Transizione 5.0, spicca il credito d’imposta Transizione 5.0, che consente di ottenere un credito d’imposta variabile in base al tipo di investimento e all’entità del risparmio energetico conseguito.

Come Accedere al Credito d’Imposta Transizione 5.0

Per accedere al credito d’imposta Transizione 5.0, le imprese devono presentare una domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), attraverso la piattaforma telematica dedicata. La domanda deve essere corredata da una serie di documenti, tra cui:

  • Un progetto di investimento dettagliato, che descriva gli investimenti previsti, le tecnologie utilizzate e i benefici attesi in termini di efficienza energetica, digitalizzazione e sostenibilità.
  • Un piano di formazione del personale, che illustri le attività di formazione previste per i dipendenti, al fine di acquisire le competenze necessarie per l’utilizzo delle nuove tecnologie.
  • Una dichiarazione di conformità alle normative ambientali e di sicurezza.

Il MIMIT, dopo aver valutato la domanda, rilascia un provvedimento di ammissione al beneficio, che specifica l’ammontare del credito d’imposta concesso.

Quali Investimenti Sono Ammessi?

Il credito d’imposta Transizione 5.0 copre una vasta gamma di investimenti, sia materiali che immateriali, finalizzati a:

  • Migliorare l’efficienza energetica: ad esempio, l’installazione di impianti fotovoltaici, l’adozione di sistemi di illuminazione a LED, l’isolamento termico degli edifici.
  • Digitalizzare i processi produttivi: ad esempio, l’implementazione di sistemi di automazione industriale, l’adozione di piattaforme di e-commerce, l’utilizzo di software gestionali avanzati.
  • Introdurre tecnologie innovative: ad esempio, l’utilizzo di robot collaborativi, l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale, l’adozione di tecnologie di stampa 3D.

È importante sottolineare che gli investimenti devono essere coerenti con gli obiettivi della Transizione 5.0 e contribuire al raggiungimento di un risparmio energetico significativo.

Esempi Concreti di Transizione 5.0 in Diversi Settori

La Transizione 5.0 può essere applicata a una vasta gamma di settori, offrendo soluzioni innovative per migliorare l’efficienza, la sostenibilità e la competitività delle imprese. Ecco alcuni esempi concreti:

  • Manifatturiero: l’utilizzo di robot collaborativi per automatizzare le operazioni ripetitive e pericolose, l’implementazione di sistemi di monitoraggio in tempo reale per ottimizzare i processi produttivi, l’adozione di tecnologie di stampa 3D per la prototipazione rapida e la produzione personalizzata.
  • Agroalimentare: l’utilizzo di sensori e droni per monitorare le coltivazioni e ottimizzare l’irrigazione, l’implementazione di sistemi di tracciabilità per garantire la sicurezza alimentare, l’adozione di tecnologie di agricoltura di precisione per ridurre l’impatto ambientale.
  • Sanità: l’utilizzo di dispositivi indossabili per monitorare i pazienti a distanza, l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale per la diagnosi precoce delle malattie, l’adozione di tecnologie di telemedicina per migliorare l’accesso alle cure.
  • Turismo: l’utilizzo di piattaforme digitali per promuovere le destinazioni turistiche, l’implementazione di sistemi di realtà aumentata per arricchire l’esperienza dei visitatori, l’adozione di tecnologie di smart city per migliorare la qualità della vita nelle città turistiche.

Il 2022 e il 2023 hanno messo a dura prova le aziende italiane ed europee, con l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia e del gas. Sebbene i prezzi si siano in parte stabilizzati, rimangono superiori ai livelli pre-crisi, creando uno svantaggio competitivo per le imprese rispetto a concorrenti internazionali come Stati Uniti e Cina.

Le Sfide Competitive e la Necessità di Trasformazione

Le imprese italiane si trovano ad affrontare due sfide principali:

  1. Competitività internazionale: Stati Uniti e Cina, con le loro grandi aziende tecnologiche e l’accesso a energia a basso costo, godono di un vantaggio competitivo significativo.
  2. Costi energetici: L’Italia, dipendente dalle importazioni di energia, soffre maggiormente delle fluttuazioni dei prezzi e della concorrenza di paesi produttori di energia.

Per superare queste sfide, è necessaria una trasformazione profonda dell’industria italiana, attraverso investimenti in:

  • Digitalizzazione: Aumento dell’automazione e dell’efficienza dei processi produttivi.
  • Efficienza energetica: Riduzione dei consumi, soprattutto di fonti fossili, e sviluppo di energie rinnovabili autoprodotte.

La Transizione 5.0: Un’Opportunità da Non Perdere

La Transizione 5.0 rappresenta il programma italiano per la trasformazione digitale ed energetica delle imprese. Con un budget di quasi 13 miliardi di euro, offre incentivi sotto forma di crediti d’imposta per investimenti in:

  • Efficienza energetica: Impianti fotovoltaici, eolici, cogeneratori e altri sistemi per l’autoproduzione di energia rinnovabile.
  • Digitalizzazione: Automazione dei processi industriali, software gestionali, tecnologie IoT e altre soluzioni per migliorare l’efficienza e la qualità della produzione.

Come Funziona il Credito d’Imposta

Il credito d’imposta varia in base al livello di miglioramento del risparmio energetico e all’entità dell’investimento, con percentuali che vanno dal 35% al 45% per investimenti fino a 2 milioni di euro, e percentuali inferiori per investimenti più grandi.

Tipologie di Investimento

Gli investimenti si dividono in due categorie:

  • Trainanti: Investimenti nel processo industriale di digitalizzazione e automazione, che migliorano l’efficienza e riducono i consumi.
  • Trainati: Investimenti in impianti di produzione di energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico, ecc.), sistemi di accumulo e altre soluzioni per l’autoproduzione di energia.

Il Ruolo del GSE e la Procedura di Autorizzazione

Una novità importante è l’introduzione di una procedura di autorizzazione preventiva tramite il portale del GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Questo permette alle imprese di avere la certezza del credito d’imposta prima di effettuare l’investimento, evitando le problematiche legate a cambiamenti normativi in corso d’opera.

La procedura prevede diverse fasi:

  1. Prenotazione dell’incentivo: L’impresa presenta una domanda al GSE, descrivendo il progetto di investimento e i benefici attesi.
  2. Autorizzazione del credito d’imposta: Il GSE verifica la documentazione e, se tutto è in regola, autorizza il credito d’imposta.
  3. Realizzazione dei lavori: L’impresa effettua gli investimenti, assicurandosi che siano conformi a quanto dichiarato e alle normative vigenti.
  4. Rendicontazione e verifica: Una ESCO (Energy Service Company) o un EGE (Esperto in Gestione dell’Energia) assevera i lavori e certifica il risparmio energetico conseguito. Un revisore dei conti verifica la correttezza della documentazione.

Importanza della Professionalità e dei Costi

La procedura di autorizzazione e rendicontazione è complessa e richiede competenze specifiche. È consigliabile rivolgersi a società di servizi specializzate (ESCO, società di finanza agevolata, ecc.) per la gestione delle pratiche. Tuttavia, è importante considerare i costi di questi servizi, che possono incidere sull’ammontare dell’incentivo.

Un cambiamento necessario per le Imprese Italiane

La Transizione 5.0 rappresenta una sfida e un’opportunità per le imprese italiane. Da un lato, richiede un cambiamento culturale profondo, che coinvolga tutti i livelli aziendali e che metta al centro l’innovazione, la sostenibilità e l’inclusione. Dall’altro lato, offre la possibilità di:

  • Migliorare la competitività: attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, l’ottimizzazione dei processi produttivi e la riduzione dei costi energetici.
  • Creare nuovi prodotti e servizi: sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie per sviluppare soluzioni innovative che rispondano alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.
  • Attrarre talenti: offrendo un ambiente di lavoro stimolante e innovativo, che valorizzi le competenze digitali e la creatività.
  • Contribuire allo sviluppo sostenibile: riducendo l’impatto ambientale delle attività produttive e promuovendo un modello di sviluppo più equo e inclusivo.

Per cogliere le opportunità offerte dalla Transizione 5.0, le imprese italiane devono:

  • Investire in ricerca e sviluppo: per rimanere al passo con l’innovazione tecnologica e sviluppare soluzioni competitive.
  • Adottare un approccio strategico: definendo una roadmap chiara per la trasformazione digitale ed energetica, che tenga conto delle specificità del settore e del contesto aziendale.
  • Sviluppare le competenze digitali: investendo nella formazione dei dipendenti e nell’acquisizione di nuove professionalità.
  • Collaborare con altri attori: creando ecosistemi di innovazione che coinvolgano università, centri di ricerca e startup.

La Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità fondamentale per le imprese italiane per trasformare i propri processi produttivi, ridurre i costi energetici e migliorare la competitività. Grazie agli incentivi e alla nuova procedura di autorizzazione, le aziende possono affrontare con maggiore serenità gli investimenti necessari per la transizione verso un futuro più sostenibile ed efficiente.

Contattami per approfondire come la Transizione 5.0 può spingere la tua azienda nel raggiungimento dei suoi obiettivi di crescita e sostenibilità!

Risorse Utili:

Casa Green e RED III: Verso un Futuro Sostenibile per l’Edilizia Europea

Casa Green e RED III: Verso un Futuro Sostenibile per l’Edilizia Europea

L’Europa si sta impegnando sempre di più nel promuovere la sostenibilità e la riduzione delle emissioni di gas serra in tutti i settori, incluso quello edilizio. Due iniziative cruciali in questo ambito sono la Direttiva Casa Green e la Direttiva RED III. Vediamo insieme cosa comportano e quali impatti potrebbero avere sulle nostre abitazioni e sull’ambiente circostante.

La Direttiva Casa Green

La Direttiva Casa Green è un passo avanti significativo verso edifici più efficienti dal punto di vista energetico e a basse emissioni di carbonio. Il suo obiettivo principale è quello di rendere gli edifici in Europa più sostenibili, contribuendo così alla lotta contro il cambiamento climatico. Tra le sue disposizioni principali, ci sono:

  1. Standard Minimi di Efficienza Energetica: Gli edifici nuovi e quelli sottoposti a importanti ristrutturazioni dovranno rispettare standard minimi di efficienza energetica, riducendo il consumo di energia e le relative emissioni.
  2. Promozione delle Fonti Rinnovabili: La Casa Green favorisce l’uso di fonti di energia rinnovabile, come solare e eolica, per alimentare gli edifici, riducendo così la dipendenza da fonti fossili.
  3. Certificazioni Energetiche: Sarà necessario ottenere certificazioni energetiche per gli edifici, che indicheranno il livello di efficienza energetica e le emissioni di carbonio associate.

Impatti della Direttiva Casa Green

La Casa Green avrà numerosi benefici sia per gli abitanti che per l’ambiente:

  1. Risparmio Energetico: Gli edifici più efficienti comportano un minore consumo di energia, portando a bollette più basse per i residenti e riducendo la dipendenza dalle risorse non rinnovabili.
  2. Migliore Qualità dell’Aria: Riducendo le emissioni di gas serra, si migliora la qualità dell’aria all’interno degli edifici e nei loro dintorni, promuovendo la salute dei residenti.
  3. Creazione di Posti di Lavoro Verdi: La transizione verso edifici sostenibili crea opportunità per nuovi lavori nel settore delle energie rinnovabili e della costruzione verde.

La Direttiva RED III

Parallelamente, la Direttiva RED III si concentra sull’impiego di materiali sostenibili e riciclabili nella costruzione e nell’edilizia. Questa iniziativa è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale della produzione di materiali da costruzione e per promuovere un’economia circolare. Le principali disposizioni della RED III includono:

  1. Riduzione degli Sprechi: Si promuove l’uso di materiali che generano meno sprechi durante la produzione e l’installazione, contribuendo così a una gestione più sostenibile delle risorse.
  2. Materiali Riciclabili: Gli edifici dovranno utilizzare materiali facilmente riciclabili al termine del loro ciclo di vita, promuovendo il riutilizzo e la riduzione dell’impatto ambientale.
  3. Innovazione nei Materiali: La RED III incoraggia la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali sostenibili, aprendo la strada a tecnologie più avanzate e a edifici più eco-compatibili.

Benefici della Direttiva RED III

Questa direttiva porterà una serie di vantaggi sia per l’ambiente che per l’industria:

  1. Riduzione dell’Impronta Ecologica: Utilizzando materiali a basso impatto ambientale, si riducono le emissioni di carbonio e l’uso di risorse non rinnovabili.
  2. Promozione dell’Economia Circolare: Favorisce la transizione verso un modello di produzione e consumo basato sul riutilizzo e sul riciclo, riducendo lo smaltimento di rifiuti e la dipendenza dalle materie prime vergini.
  3. Edifici più Salubri: L’uso di materiali naturali e non tossici crea ambienti interni più salubri per gli abitanti, contribuendo al loro benessere e alla qualità della vita.

La Direttiva Casa Green e la Direttiva RED III rappresentano un passo avanti significativo verso un futuro più sostenibile per l’edilizia europea. Promuovendo l’efficienza energetica, l’uso di fonti rinnovabili e la produzione di materiali eco-compatibili, queste iniziative sono fondamentali per affrontare sfide come il cambiamento climatico e la gestione delle risorse. È ora che l’industria e i governi lavorino insieme per implementare queste direttive e per creare un ambiente costruito che sia non solo bello e funzionale, ma anche rispettoso dell’ambiente e delle generazioni future.

Grazie alla Casa Green e alla RED III, il concetto di abitare “verde” sta diventando sempre più una realtà tangibile per tutti noi.

Agisci Ora per un Futuro Sostenibile

Ora che abbiamo esplorato insieme le potenzialità della Direttiva Casa Green e della RED III per un’edilizia più sostenibile, è il momento di fare la differenza. Se sei interessato a saperne di più su come rendere la tua abitazione o il tuo prossimo progetto edilizio eco-compatibile e efficiente dal punto di vista energetico, non esitare a contattarci.

Il nostro team è qui per aiutarti a navigare nel mondo della costruzione sostenibile, fornendoti le informazioni e le risorse necessarie per fare scelte consapevoli. Insieme possiamo contribuire a creare un futuro in cui le nostre case non solo rispecchiano il nostro stile di vita, ma anche il nostro impegno per l’ambiente.

Mettiti in contatto con noi oggi stesso e inizia il tuo viaggio verso un abitare più verde e sostenibile!

Cos’è l’infortunistica stradale e quando rivolgersi a un esperto per ottenere un risarcimento

Cos’è l’infortunistica stradale e quando rivolgersi a un esperto per ottenere un risarcimento

In caso di incidente è meglio rivolgersi subito a una agenzia di infortunistica stradale nella tua zona

Perché parliamo di infortunistica stradale? Perché capita a molte persone di dover affrontare un procedimento di risarcimento danni a seguito di un sinistro. Ed è successo anche a me, a dirla tutta. Le fattispecie possono essere molteplici, purtroppo rimanere coinvolti in un incidente stradale è una sventura comune. In particolar modo per chi vive di fretta, rimanere intrappolati in una sciagura del genere può essere davvero un trauma. A prescindere dalla gravità dell’incidente le conseguenze possono rendere difficile, o impediscono, di seguire da soli la complessità di una pratica burocratica di risarcimento danni. Per questo butto giù due righe per condividere una decisione che mi ha risolto un bel problema.

L’infortunistica stradale è lo strumento a cui si ricorre per ottenere un risarcimento a seguito di un incidente stradale. Rappresenta la disciplina più adatta a guidarci nel percorso burocratico che ci porterà sani e salvi al risarcimento del sinistro nel minor tempo possibile. In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza su quali sono i casi in cui è consigliato rivolgersi a uno studio abilitato, quali sono gli errori da evitare e quando è più opportuno muoversi.

Purtroppo l’iter burocratico in seguito ad un incidente stradale può risultare complicato soprattutto se in presenza di danni fisici. Per questo motivo è spesso consigliato rivolgersi a degli specialisti, come periti, medici e avvocati. Per prima cosa, una agenzia specializzata in infortunistica stradale vi aiuta a relazionarvi con questi professionisti e tiene i rapporti per voi durante il corso della pratica. Queste figure specializzate nella richiesta di risarcimento sono fondamentali nella risoluzione di un sinistro, soprattutto per ottenere un indennizzo congruo e in tempi ragionevoli.

Il lavoro dell’infortunistica stradale parte da un accurato studio del caso, in collaborazione con avvocati e medici legali. Eseguita l’analisi del sinistro generalmente si passa alla compilazione della situazione stragiudiziale del danno e delle pratiche assicurative per ottenere il risarcimento. In caso di infortunio occorre allegare anche la certificazione del danno stilata da un medico legale. Il referto del medico legale stabilirà la valutazione dei traumi secondo due parametri: la presenza di un’invalidità permanente o un’inabilità temporanea. A seconda del trauma si passa alla richiesta del risarcimento congruo.

Uno specialista interviene per accorciare notevolmente i tempi di risarcimento da parte delle agenzie di assicurazione.

Si occupa della corretta compilazione delle pratiche, è di supporto fondamentale qualora ci siano delle contese riguardo le responsabilità del sinistro o in presenza di terzi o passeggeri tra i feriti. Con l’intervento dei medici legali inoltre, si riesce ad assicurare la totale copertura delle spese mediche e il doveroso risarcimento dei danni fisici subiti.

Solitamente, onde evitare ulteriori pressioni da parte delle compagnie assicurative è consigliabile rivolgersi a studi specializzati in medicina legale. Infatti, la consulenza deve essere quanto più possibile obiettiva e la valutazione del danno biologico non può essere una semplice operazione matematica. Questa infatti dipende da un giudizio soggettivo del medico legale e per questo motivo, fiducia competenza e onestà dello studio medico e assicurativo sono di fondamentale importanza. Un esperto di infortunistica stradale conosce bene queste dinamiche e vi aiuta a muovervi al meglio nel vostro interesse senza commettere errori.

Domande frequenti (FAQ) – Infortunistica stradale

Ho bisogno urgentemente di riparare l’auto incidentata. Come posso fare?
Potete fare delle foto e ripararla senza attendere che venga il perito, ma conviene sempre parlarne prima con il vostro avvocato. Ovviamente conservate le fatture che comprovino le spese eseguite per la riparazione del veicolo. Infortunistica stradale Roma mette a disposizione sia il servizio di auto sostitutiva gratuita durante l’intervento, sia la possibilità di riparazione immediata senza anticipi, attraverso una rete capillare di carrozzerie convenzionate a Roma e provincia.

Quali sono i tempi per ottenere il risarcimento?
La liquidazione stragiudiziale del danno è subordinata alla verifica di alcuni dati (dinamica del sinistro, prova dei danni e quantificazione del perito, prova dei danni fisici e quantificazione del medico legale). Il processo di acquisizione di questi elementi comporta significative variazioni della tempistica potendosi così passare da poche settimane a molti mesi. In particolare, nel caso in cui vi siano dei feriti è necessario attendere la completa guarigione prima di ritenere chiusa la pratica; se siano intervenute le Autorità, inoltre, devono trascorrere i tempi tecnici prima di poter ottenere il verbale di accertamento (da 90 a 120 giorni).

Se il sinistro avviene in Italia con veicoli stranieri a quale compagnia devo richiedere il risarcimento?
La domanda di risarcimento va inoltrata all’ UCI (Ufficio Centrale Italiano), che in seguito indicherà il nominativo della società incaricata di liquidare il danno.

Se il sinistro e’ causato da un veicolo non assicurato, non identificato, posto in circolazione contro la volontà del proprietario o assicurato con imprese poste il liquidazione coatta amministrativa, posso ottenere un risarcimento dei danni?
Anche in questi casi si può ottenere il risarcimento dei danni attraverso il FONDO DI GARANZIA PER LE VITTIME DELLA STRADA, istituito dalla legge 990/69. Il d.lgs.198/07 (che ha recepito la direttiva 2005/14/Ce ed e’ entrato in vigore alla fine del 2007) ha aggiunto altri due casi nei quali e’ possibile accedere al fondo, ovvero i sinistri causati da veicoli spediti nel territorio della Repubblica italiana da un altro Stato dello Spazio Economico Europeo e sinistri causati da veicoli esteri con targa non corrispondente o non più corrispondente allo stesso veicolo.

Che cosa è l’indennizzo diretto?
Si tratta di una disciplina in vigore dal 2007 che consente di proporre la richiesta di risarcimento dei danni da sinistro stradale direttamente alla propria compagnia di assicurazioni, anziché a quella dell’altro veicolo.

In caso di sinistro con un ciclomotore posso accedere all’indennizzo diretto?
Si, ma la nuova procedura di risarcimento diretto si applica soltanto ai ciclomotori immessi in circolazione dal 14 luglio 2006, mentre a quelli già in circolazione a questa data essa si applica soltanto se abbiano volontariamente aderito al nuovo regime.

Ecco perché ti consiglio di affidarti a un’infortunistica stradale per ottenere un risarcimento congruo in tempi brevi:

Affidare l’arduo compito della gestione di una pratica di risarcimento da sinistro stradale a dei professionisti è la decisione più ragionevole.

Alla fine di questo articolo informativo ognuno trarrà le sue conclusioni ma aldilà della riflessione appena proposta, è innegabile che la gestione di una pratica del genere prevede delle complessità, sia per le tempistiche che richiede, che per tutte le altre questioni burocratiche e legali (e connesse rogne) che comporta.

In questa sede e per esperienza personale consiglio di affidare una pratica di risarcimento danni da sinistro automobilistico ad un’agenzia di infortunistica stradale. Così da avviare una collaborazione aperta con una squadra di esperti che si propongono di aiutare le persone in difficoltà in cambio di una percentuale ragionevole sul risarcimento, e che hanno dunque l’interesse di farvi raggiungere il massimo conguaglio nel minor tempo possibile.

Ci sono poi una serie di servizi aggiuntivi che possono darti tranquillità in un momento di pesante sconforto come quello che segue un incidente stradale. Nel mio caso c’è stata una prima valutazione gratuita quando ho deciso di rivolgermi all’agenzia, per fortuna in maniera abbastanza tempestiva, alla riparazione dell’auto senza anticipi tramite carrozzeria convenzionata e all’auto di cortesia gratuita mentre riparavano la mia.

In questa analisi ho voluto condividere l’esperienza di un servizio che mi ha risolto un problema. Proprio perché a volte la fretta può essere la causa delle sventure, specie quando si è al volante, se il danno è già accaduto e non ti è chiaro come procedere, affidarti a uno specialista può essere la cosa migliora da fare, senza troppi indugi.

Non parliamo di supereroi o di benefattori, ma di un modello che ti mette nella condizione di far valere i tuoi diritti con le compagnie assicurative e di dirimerti al meglio nella burocrazia complessa di queste pratiche grazie alla collaborazione con un team di professionisti che ha tutto l’interesse che tu ottenga il massimo rimborso dalla tua pratica, prima possibile.

In questo articolo non cito esplicitamente nessuno a cui rivolgersi. Ma se hai subito un incidente stradale e ti interessa saperne di più, anche in merito alla mia sventurata esperienza, e vuoi qualche consiglio, scrivimi pure una email. Sono felice di risponderti. Trovi il mio indirizzo in Home page su valeriotavano.com

il mio incidente

 

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